Rimozione dente del Giudizio, quando è necessaria?

I denti del giudizio vanno sempre estratti? Quando è veramente necessario estrarre i denti del giudizio?

Questa è una classica domanda che molti genitori di figli adolescenti, o gli stessi ragazzi, prima o poi si pongono, soprattutto se la comparsa dei denti del giudizio è problematica oppure accompagnata da dolori o processi infiammatori a carico della gengiva. Come noto, i denti del giudizio sono gli ultimi molari, più precisamente il terzo molare; due sono posti sull'arcata mascellare superiore e gli altri due sull'arcata mandibolare inferiore.

Questi denti fanno normalmente la loro comparsa ad un'età compresa tra i 16 e i 25 anni (la "maggiore età"), completando a tutti gli effetti la dentizione permanente. Talvolta può accadere che uno o più denti del giudizio rimangano all'interno dell'osso e della gengiva, senza fuoriuscire o uscendo solo parzialmente. Ciò può essere dovuto alla particolare conformazione delle ossa oppure alla non corretta inclinazione del dente. In questi casi possono instaurarsi dei processi infiammatori anche importanti, accompagnati da forti dolori. In alcuni casi può rendersi necessaria l'estrazione del dente, un intervento che però va valutato attentamente considerando diversi fattori. Cerchiamo di fare chiarezza su questo tema rispondendo alle domande che ricorrono con maggiore frequenza.

I denti del giudizio vanno sempre rimossi?

No, nonostante alcune credenze popolari e falsi miti dicano il contrario, non c'è nulla di intrinsecamente negativo nei denti del giudizio: all'interno della dentizione permanente essi rivestono pari importanza rispetto agli altri denti. I denti del giudizio non completamente fuoriusciti devono essere estratti? Anche se può sorprendere, la risposta è no, non tutti i denti del giudizio non fuoriusciti devono necessariamente essere rimossi. Vi sono persone che hanno vissuto l'intera vita con uno o addirittura tutti i denti del giudizio non fuoriusciti, senza presentare alcun sintomo o complicazione.

La situazione cambia ovviamente se si verificano dei problemi: in questo caso è il dentista che in base alle proprie conoscenze e alla propria esperienza valuta se procedere o meno con la rimozione del dente.

Su quali considerazioni il dentista basa la propria decisione? Uno dei fattori su cui il dentista basa il proprio giudizio è il grado di ritenzione del dente. Se il dente è completamente ritenuto, solitamente non si presentano complicazioni o sintomi particolari e non occorre quindi intervenire.

Si possono verificare rarissimi casi in cui questa situazione può disturbare i denti vicini, oppure dare origine alla formazioni di cisti, ma la frequenza è molto ridotta. Se invece siamo di fronte a una ritenzione parziale, la probabilità di complicazioni è maggiore, con il rischio di infezioni alla gengiva o addirittura la perdita del dente. Nel caso di ritenzione totale, se il dentista valuta che esiste spazio sufficiente per la fuoriuscita del dente del giudizio e gli altri denti sono ben allineati, la tendenza attuale è quella di seguire un approccio di attesa, con monitoraggio periodico dello stato della dentizione.

Un altro fattore importante è l'età del soggetto: se l'estrazione si rende necessaria, è opportuno eseguirla prima possibile, in quanto l'operazione risulta più agevole e meno invasiva se il paziente è giovane. In caso di ritenzione totale asintomatica, se il soggetto ha un'età superiore a 35 anni si preferisce non eseguire alcun intervento. Infine, in caso di denti erotti in arcata, va valutata la funzionalità e capacità di pulizia del dente. Se il dente antagonista è assente, può essere utile toglierlo in quanto non funzionale. Infatti i denti lavorano a coppie e se manca l'antagonista potrebbe estrudere ed allungarsi causando importanti problemi. Inoltre se è in posizione complessa e la bocca è piccola, può essere difficile da pulire col rischio di sviluppare problemi.

L'estrazione di un dente del giudizio può danneggiare i denti adiacenti o causare complicazioni?

In alcuni casi può succedere che la rimozione di un dente completamente incluso comporti qualche complicazione. Ad esempio, i denti del giudizio inferiori sono posti in prossimità del nervo mandibolare, la cui lesione accidentale può provocare la paralisi temporanea o permanente del labbro. Anche il rivestimento osseo del secondo molare o l'osso stesso della mandibola possono subire delle piccole alterazioni o fratture durante l'intervento di rimozione del dente di giudizio. Si tratta ovviamente di casi limite, che normalmente non si verificano, ma è bene che il paziente sia a conoscenza dei potenziali rischi.

Qual è l'opinione delle principali organizzazioni mondiali della salute? Le principali organizzazioni mondiali della salute concordano sul fatto che l'estrazione dei denti del giudizio con ritenzione completa e asintomatica non vada eseguita, a meno che il dente stesso abbia creato o sia associato a una condizione patologica. Quest'orientamento supera la posizione a lungo predominante soprattutto negli Stati Uniti, secondo la quale i terzi molari sono denti inclini a produrre complicazioni e perciò sono tra i primi candidati ad essere rimossi.

Grazie alle sofisticate tecniche di diagnostica oggi disponibili, la maggior parte dei dentisti preferisce applicare metodi e tecniche preventive con individuazione precoce delle possibili complicazioni prodotte dai denti del giudizio ritenuti, ricorrendo all'estrazione solo nei casi in cui questa si renda strettamente necessaria.

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