Una testimonianza di una nostra paziente con i primi sintomi della parodontite

Uno dei problemi principali della parodontite è il fatto che i sintomi non sono sempre subito riconoscibili o non per forza correlati all’infezione. Per questo molte volte si decide di prendere provvedimenti dopo lo stadio iniziale della malattia, quando invece una visita specialistica per tempo avrebbe potuto prevenire la maggior parte dei danni.

Inoltre, la parodontite è tanto diffusa quanto sconosciuta: il 60% degli adulti italiani ne è affetto, ma non tutti ne hanno sentito anche solo parlare, e pochi ne saprebbero riconoscere sintomi, cause e conseguenze.

Ad esempio, la nostra paziente Laura, dopo una iniziale preoccupazione, aveva finito per abituarsi ai segnali della malattia: credeva che il sangue durante la pulizia dei denti fosse normale e dovuto a uno strofinamento eccessivo. In realtà il sanguinamento gengivale può essere uno dei primi segnali dell’infezione del parodonto.

“All’inizio vedevo il sangue nel lavandino e non capivo a cosa fosse dovuto” ci ha raccontato Laura. “Poi ha cominciato ad accadere più di frequente, e ho cominciato a convincermi che non fosse nulla di male. Avevo letto che poteva essere dovuto a una scarsa igiene orale, quindi ho semplicemente cominciato a lavarmi i denti più spesso”. Certo, il sanguinamento può essere causato dalla placca e dal tartaro che si formano sulle gengive per una pulizia non sufficiente. Ma oltre al fatto che le cause potrebbero essere più ampie, il tartaro può essere eliminato solo con l’ausilio di una pulizia professionale effettuata da un igienista.

Inoltre, anche altri sintomi si erano manifestati: “avevo notato che spesso mi sentivo l’alito cattivo, ma credevo fosse semplicemente colpa del fumo. E quando mi guardavo allo specchio avevo visto un’altra cosa strana… i miei denti sembravano più ‘lunghi’!” Questa impressione è dovuta al fatto che le gengive di Laura avevano cominciato a ritirarsi, scoprendo sempre di più il dente e facendolo apparire più lungo. In più, il fumo è un rilevante fattore di rischio della malattia parodontale.

“Solo dopo mi sono accorta che il sangue non stava diminuendo, anzi! A quel punto ho cominciato a preoccuparmi. Ho cominciato a cercare le cause del problema è ho scoperto che poteva essere dovuto alla piorrea” (un nome comune con cui è conosciuta la parodontite).

“Ho quindi deciso di rivolgermi a uno specialista, e in Microdent mi hanno detto che ero affetta da parodontite, fortunatamente ancora in forma lieve, ma che avrebbe potuto peggiorare senza una terapia adeguata al mio caso. È così che ho deciso di sottopormi al trattamento e a una terapia di mantenimento”.

Nel caso di Laura, la parodontite era allo stadio 2, cioè una parodontite moderata (la nuova classificazione dell’infezione prevede 4 stadi). Questo ha permesso di sviluppare una terapia non invasiva con il supporto del LASER, che ha permesso di tenere sotto controllo l’infezione.

“All’inizio ero un po’ spaventata”, ci ha detto Laura, “ma il trattamento non è stato doloroso e il problema si è risolto in poche sedute, anche perché fortunatamente non ho aspettato troppo per andare dal dentista. Adesso non c’è più sangue quando mi lavo i denti!”

Abbiamo deciso di raccontare la storia di Laura perché è un esempio di come sia importante non sottovalutare i sintomi che possono comparire in bocca e che possono essere causati da una infezione parodontale. Il consiglio è quello di agire in il prima possibile consultando un dentista (preferibilmente focalizzato in parodontologia) per poter limitare i danni e per non rendere le terapie più invasive e costose.